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L’Amore per Dante e Petrarca

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L’amore per Dante e l’amore per Petrarca

Quando Dante pensa all’amore, nella sua mente compare Beatrice. Lei compare sia nella Vita Nuova che nella Divina Commedia; nel primo caso diventa riflesso di Dio e del suo splendore, nel secondo caso invece Beatrice conduce Dante fino a Dio nel Paradiso. Di conseguenza per Dante l’amore era qualcosa che conduceva sulla retta via per la salvezza dell’anima e l’ascesa in Paradiso.

Petrarca la pensa in modo diverso. Lui immagina Laura che non viene vista come la figura mistica di Beatrice ma al contrario come una creatura appartenente alla terra e quindi fragile. Bisogno sottolineare poi che Laura per Petrarca non è lo strumento che conduce a Dio ma bensì viene vista come una tentazione, un ostacolo per cui bisogna chiedere perdono a Dio. Per Petrarca, l’amore non è la via che conduce a Dio poiché secondo lui è fonte di tentazione per cui bisogna chiedere l’assoluzione.

Ricapitolando, per Dante, Beatrice è una donna-angelo, ultraterrena, mentre per Petrarca, Laura è terrena e infatti egli descriverà il suo invecchiamento.

Dante pensa che l’amore avvicini a Dio mentre Petrarca pensa che che l’amore allontani l’anima da Dio.

Secondo Dante, questo sentimento che innalza l’uomo a Dio, può essere provocato solo dalla sensibilità della donna che si ama che è vista come un angelo.

Secondo Petrarca, siccome la lode dell’amata è più rivolto alla bellezza fisica che ai valori morali, la concezione dell’amore diventa terrena e quindi porta con se il peccato.