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[PARAFRASI & COMMENTO] “Ora che sei venuta” di Camillo Sbarbaro (versione Web)

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Parafrasi di “Ora che sei venuta” di Camillo Sbarbaro

Adesso che sei venuta

e che sei entrata leggermente come una danzatrice 

nella mia vita,

come una fata di venti in una stanza chiusa,

mi mancano le parole e la voce 

per accoglierti, bene tanto aspettato, e stare vicino a te 

in un silenzio che già mi basta

Similmente, quando il sole sorge senza preavviso,

il cinguettare degli uccelli che risuona nel bosco tace.

Eri tu che cercavi la mia inquietudine 

da ragazzo 

durante le notti di estate mi avvicinavo

alla finestra soffocato:

qualcosa che non conoscevo rendeva il mio cuore ansioso.

Tutte le parole che in quelle ore passate da solo uscivano dalla mia bocca,

come l’acqua che trabocca dall’orlo di una brocca,

sono per te,

quelle ore passate fa solo in cui, in modo bambinesco,

le mie labbra di uomo si muovevano da sole mosse dal desiderio di baciare.

Commento di “Ora che sei venuta” di Camillo Sbarbaro

L’autore con questa poesia vuole farci capire che si è finalmente raggiunto un amore che è lontano dalle ansie giovanili che quindi è sereno anche per la mancata presenza di una età giovanile. Inoltre il poeta lascia intendere che questa donna è entrata nella sua vita con una presenza gioiosa che ha portato via dei sentimenti che prima lo soffocavano. L’autore paragona la sua venuta ad una folata di aria fresca che lo ha fatto rinascere con una nuova vitalità. La sua sofferenza che è durata per tutta la giovinezza è ora conclusa grazie al suo amore. Il tono della poesia è pacato, il che testinonia che mentre scriveva, Sbarbaro aveva raggiunto un equilibrio interiore. La poesia fa parte di una raccolta di poesia chiamata “Rimanenze” pubblicata nel 1955, dedicata alla zia che lo prese in affidamento dopo la morte della madre a soli 5 anni. Il testo è composto da tre strofe formate da 7, 3 e 11 versi rispettivamente. Vi è una prevalenza di versi endecasillabi anche se i versi 3 e 12 sono quinari e il verso numero uno è settenario. La poesia non presenta la presenza di rime quindi i versi sono sciolti. In questa poesia vi sono molte figure retoriche di significato e una dell’ordine delle parole; un esempio di figura retoriche di significato può essere “come soffocato” che è una similitudine oppure “l’ore deserte” che è una sinestesia; invece “le parole mi mancavano e la voce” è un’inversione e quindi una figura retorica dell’ordine delle parole. 

In generale devo dire che questa poesia mi è piaciuta perché ha saputo racchiudere al suo interno i sentimenti e le emozioni di molte persone che non riescono a trovare il proprio amore in età giovanile e quindi si sentono come rinchiudi in una stanza buia dove il trovare l’amore è come accendere una lampadina.

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