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Riassunto sulla Rivoluzione Americana (Versione Web)

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La rivoluzione americana

La parte orientale dell’America del Nord era stata colonizzata da francesi, spagnoli e inglesi. Le colonie erano formate da europei fuggiti dai loro paesi per scappare alle persecuzioni religiose o politiche. Tra questi ci furono i padri Pellegrini inglese che nel 1620 approdarono con la Mayflower sulle coste del Massachusetts. Le colonie dipendenti dalla corona inglese erano rette da governatori affiancati: da un consiglio, composto dei personaggi nominati dal governo e scelti fra i più influenti della colonia; e da assemblee elettive diventarono istituzioni autonome della madrepatria.

Giunsero migranti da tutta l’Europa. L’incremento della popolazione fu notevole e le attività economiche si svilupparono con rapidità. I nuovi arrivati formarono una società multietnica, portarono competenze lavorative. Nel nuovo mondo contavano soprattutto L’operosità el’ingegnosità, il saper sfruttare una terra piena di risorse e abbastanza grande per tutti. Questi aspetti delle colonie del Nord America portarono ad una nuova realtà con l’economia diversificata: le colonie del Nord avevano un’agricoltura cerealicola organizzata in piccole proprietà, allevamento di bestiame e pesca. L’economia delle colonie del sud poggiava invece sulla coltivazione intensiva di tabacco e cotone di proprietà terriere di Coloni bianchi che facevano largo uso di schiavi neri.

Man mano che l’economia delle colonie cresceva, i coloni sopportavano sempre meno gli obblighi cui erano sottoposti dalla Gran Bretagna. I coloni volevano essere trattati come gli inglesi in Inghilterra, con delle rappresentanze politiche che tutelassero i loro interessi. La gran Bretagna, invece, pensava di poter sfruttare a proprio vantaggio il popolo americano. Obbligava le colonie a commerciare con l’Inghilterra e imponeva tasse conto le quali i coloni non potevano esprimere il loro dissenso. Dopo la guerra dei sette anni il governo inglese prese misure più dure: impose una tassa sullo zucchero Sugar Act e poi una tassa sui giornali Stamp Act. Gli americani non avevano nessuna intenzione di cedere né di pagare nuove tasse imposte da un Parlamento in cui non erano rappresentati. Perciò si ribellarono.

I contrasti con gli inglesi si fecero sempre più frequenti. Nel 1773 il decreto che concedeva alla compagnia delle Indie il monopolio della vendita del tè nelle colonie fece esplodere la tensione. I danni per i mercati sarebbero stati enormi. A Boston alcuni coloni travestiti da indiani preserod’assalto tre navi inglesi e buttarono in mare il carico di te. Londra rispose con la linea dura: fece chiudere il porto di Boston. Il 5 settembre 1774 si tenne a Philadelphia il primo congresso continentale in cui rappresentanti delle colonie stabilirono di proseguire la loro lotta perl’autonomia con il boicottaggio, ma sperando ancora nella giustizia della corona inglese. Il secondo congresso continentale si tenne l’anno successivo, decise la formazione di un esercito autonomo e di procedere con la resistenza armata. A capo dell’esercito fu posto Giorg Washington, Un ricco possidente della Virginia. Il 4 luglio 1776 il congresso votò la dichiarazione di indipendenza elaborata da Thomas Jefferson.

La guerra durò dal 1776 al 1781 e molte furono le difficoltà incontrate dagli americani. L’esercitoera numericamente inferiore a quello inglese. Le prime fasi del conflitto furono dunque sfavorevoli

per Washington. Nell’ottobre 1777 la situazione sembrò sbloccarsi perciò l’anno successivo i ribelli americani furono inviati dal congresso e strinsero accordi con la Francia per un’alleanzamilitare. Nel 1778 la Francia riconobbe l’indipendenza delle colonie ed entro direttamente nel conflitto contro la Gran Bretagna: dal 1779 parteciparono la Spagna e l’Olanda. La guerra assunse un carattere internazionale e per inglesi, nonostante qualche successo militare si profilava la sconfitta. Nel 1781 nella penisola di Yorktown, in Virginia, gli inglesi sotto assedio furono costretti alla capitolazione. Le trattative di pace ebbero inizio nel 1782 e si conclusero nel 1783 con il trattato di Versailles. Le 13 colonie ottennero naturalmente l’indipendenza. Dopo l’indipendenza , le tredici colonie dovevano organizzare un nuovo Stato. Avevano la stessa lingua, gli stessi costumi e durante la guerra avevano combattuto lo stesso nemico. Ogni colonia però era abituata a governarsi autonomamente e non intendeva rinunciare alle proprie prerogative. Le colonie avevano caratteristiche economiche diverse. Il primo progetto di Costituzione federale del 1777 non andò oltre un semplice patto di amicizia e di alleanza. Nel 1784, a guerra vinta, il Congresso prese una decisione importante: si trattava di dare una definizione ai nuovi territori a ovest, acquisiti con il trattato di Versailles. Quell’area fu suddivisa in zone che sarebbero entrate a far parte dell’Unione come nuovi stati. Nel 1787, a Filadelfia, in una Convenzione presieduta da Washington, 55 delegati elaborarono un progetto costituzionale che venne poi approvato dai singoli Stati. Il 17 settembre 1787 giunse finalmente alla definizione della Costituzione degli Stati Uniti d’America. Washington venne eletto primo presidente de entrò in carica il 4 febbraio 1789. Il fondamento della Costituzione è la divisione dei poteri: il potere esecutivo fu affidato a un presidente eletto ogni 4 anni da un collegio di elettori designati dagli Stati; il potere legislativo venne assegnato al congresso, composti dalla Camera dei rappresentanti e dal Senato; il potere giudiziario fu dato alla Corte Suprema, costituita da giudici a vita nominati dal presidente.

 

Lavoro a cura di: Anna Rosa Leuzzi 

 

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