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Riassunto sull’Ermetismo, Salvatore Quasimodo, Mario Luzi e Leonardo Sinisgalli (Versione Web)

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L’Ermetismo

 

L’Ermetismo è una tendenza poetica che si sviluppa tra anni Trenta e Quaranta del Novecento e accomuna un gruppo
di letterati attivi in quel periodo dalla stessa visione della poesia. I punti essenziali della poetica ermetica sono definiti da critici letterari, tra i quali Oreste Macrì, Luciano Anceschi e soprattutto Carlo Bo, con il suo articolo Letteratura come vita (1938).

Si colloca convenzionalmente tra il 1930 (pubblicazione di Acque e terre di Salvatore Quasimodo) e il 1942 (pubblicazione di Figlia di Babilonia di Piero Bigongiari). Esso si distingue per l’adozione di un nuovo linguaggio, che rispecchia sia una nuova concezione della poesia sia una nuova e diversa disposizione intellettuale e morali rispetto alle correnti precedenti. Respinge le forme metriche tradizionali e mira all’essenzialità pertanto la parola deve farsi nuda, scarna, deve liberarsi di ogni sovrastruttura retorica e di ogni ornamento letterario, proprio per aderire all’essenza del vivere che è dolore e desolazione, ma, nello stesso tempo, anche desiderio di vita. Tendono ad abolire i nessi logici e discorsivi, a ridare immediatezza e forza alla parola poetica per evocare meglio sentimento e ricordi.

Secondo gli ermetici la letteratura è vita ovvero un’attività totalizzante e autonoma che è estranea alla cronaca, svincola dai riferimenti realistici e non è contaminata dalla realtà materiale. La poesia è astratta e pura poiché attraverso la parola si deve cogliere il mistero dell’io e del mondo. Inoltre assume un valore salvifico per riportare all’innocenza originaria e ricercare l’autenticità. Ma, secondo i poeti ermetici, la verità è irraggiungibile e l’assoluto inesprimibile. Da ciò ne consegue che il poeta è un uomo sospeso in perenne attesa della verità e che la poesia è una domanda senza risposta, una parola che si ripiega su se stessa.

I temi della poesia ermetica sono il silenzio, l’attesa e l’assenza, argomenti totalmente secondari alle tematiche sociali. Le riviste assunsero un ruolo fondamentale per definire la poetica ermetica poiché ospitano dibattiti sulla natura della poesia. Inoltre favoriscono un’ apertura della cultura italiana verso quella europea. Le riviste che pubblicarono le poesie ermetiche furono: “Campo di Marte”, Firenze, “Frontespizio”, Firenze e “Corrente”, Milano. Le città italiane in cui l’ermetismo si insinuò turno:

  • –  Firenze: considerata la capitale della cultura nei primi decenni del ‘900. I poeti si incontravano nei locali, tra cui il caffè “Giubbe Rosse” e la trattoria “L’Antico Fattore”;
  • –  Milano: si incontrano nei circoli degli artisti, l’ermetismo milanese è caratterizzato dal dialogo tra arte e letteratura e dall’attenzione per la scienza e la tecnica;
  • Roma: importanti centri di aggregazione furono i circoli degli artisti della cosiddetta Scuola Romana, di tendenza espressionista, in opposizione al “ritorno all’ordine”.
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Salvatore Quasimodo

Uno dei maggiori esponenti dell’ermetismo italiano fu Salvatore Quasimodo nato nel 1901 a Modica, trascorre la sua infanzia in Sicilia. Si diploma come geometra e subito dopo si trasferisce a Roma, dove intraprende lo studio delle lingue classiche. Nel 1929 il cognato, Elio Vittorini, lo introduce nei circoli fiorentini. Mentre nel 1934 si sposta a Milano, dove insegnerà Letteratura italiana al Conservatorio. Data molto importante è il 1959, anno in cui Quasimodo vince il premio Nobel per la letteratura. Muore a Napoli nel 1968.

La poetica di Quasimodo si divide in due fasi distinte: la prima è la fase ermetica nella quale si ritrovano le forme e i temi tipici dell’ermetismo. In quesa fase pubblica Acque e terre nel 1930 ,che è la data simbolo dell’inizio dell’Ermetismo, Oboe sommerso nel 1942 ed, infine, Ed è subito sera nel 1942, una raccolta che riunisce tutta la sua precedente produzione. La seconda fase è chiamata svolta comunicativa, nella quale i temi affrontati nelle poesie sono di tipo civile e sociale, che hanno lo scopo di rispondere alla necessità di una partecipazione più attiva. Ciò scaturisce dal fatto che rimane segnato dalla tragedia della guerra e dalle difficoltà ch ne conseguono nel Dopoguerra. Pubblica Giorno dopo giorno nel 1947 nel quale si può riscontrare un linguaggio poetico molto più comunicativo.

Un tema ricorrente in tutta la produzione poetica di Quasimodo è il ricordo della Sicilia che viene trasfigurata in luogo mitico dove proiettare la memoria dell’infanzia. Come ben sappiamo la Sicilia non è stata solo la terra natia di Quasimodo, ma anche di autori molto famosi come Luigi Pirandello, autore nobel per la letteratura del famosissimo romanzo il fu Mattia Pascal ,pubblicato nel 1904 e di cui abbiamo ampiamente discusso in classe e visto anche il film, e uno, nessuno e centomila pubblicato nel 1926 con il quale, secondo il mio parere, ha rivoluzionato in modo radicale il pensiero sociale su chi siamo e perché viviamo. Un altro autore siciliano che sicuramente conosciamo benissimo è Giovanni Verga, auto de I malavoglia (1881) nel quale si riassume alla perfezione l’ideale dell’ostrica. Ma vi è anche Andre Camilleri conosciuto soprattutto come ideatore della serie Tv il commissario Montalbano.

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Mario Luzi

Mario Luzi è il poeta che più rappresenta il movimento letterario Ermetico. È nato nel 1914 a Firenze dove trascorrerà tutta la sua vita. Si laurea in letteratura Francese e subito dopo insegna prima nelle scuole medie superiori per poi, nel 1955, insegnare presso l’Università di Firenze. Ha collaborato con le riviste nominate in precedenza, ovvero “Frontespizio” e “Campo di marte”. Nel 1978 vince il Premio Viareggio mentre nel 2004 viene nominato senatore a vita. Muore nel 2005.

La poetica di Luzi, come quella di Quasimodo, si suddivide in 3 fasi; la prima fase è l’ermetismo nella quale produce poesie ermetiche che si caratterizzano per la fervida immaginazione e per i riferimenti alla tradizione politica italiano, in particolare a Leopardi. Lo stile delle poesie è particolarmente difficile, vi sono versi raffinati, immagini oscure e l’utilizzo di un lessico prezioso. I temi sono tipicamente ermetici e vengono affrontati con sensibilità religiosa, si parla quindi di assenza, tempo, infinito (tema che chiaramente si ricollega a Leopardi, il quale ha scritto L’infinito, per riconosciuta a livello mondiale) e ricerca della verità. Le opere pubblicate sono la barca nel 1935 e Avvento Notturno nel 1940.

La seconda fase è il cambiamento, che è riconducibile sempre alla guerra e alle difficoltà del Dopoguerra. Infatti sarà proprio nel Dopoguerra anche egli cambia la sua poesia e si apre ad una nuova sensibilità per il reale. Il tono ed il lessico rimangono invariati ma vi è uno stile più comunicativo, un’andamento più prosastico e frammentario del verso che induce al dialogo, i temi affrontati sono esistenziali, una particolare attenzione per la storia e per la realtà contemporanea ed, infine, un’indagine sulla contraddizioni della società moderna. La terza fase prevede la produzione di commedie teatrali , tra cui la riscrittura del purgatorio Dantesco, e di saggi.

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Leonardo Sinisgalli

Leonardo Sinisgalli è nato a Montemurro (Potenza) nel 1908. Prima di approcciarsi alla letteratura e, soprattutto, divenire un poeta ermetico, si è laureato in ingegneria a Roma, dove frequentò anche circoli letterari e artistici. Trasferitosi a Milano nel 1931, intraprende la carriera pubblicitaria presso Olivetti, Pirelli ed Eni, ma nello stesso tempo si dedica alla produzione letteraria. Durante la sua stagione ermetica produce: 18 poesie, Campi Elisi e Vidi le muse. Però le opere di Sinisgalli, a differenza degli altri autori ermetici, hanno delle differenze sostanziali; la prima è che la poesia non è metafisica , ovvero, che non si occupa degli aspetti più autentici e fondamentali della realtà. Le ultime due differenze sono l’esattezza delle immagini e il rigore prettamente matematico, prettamente ingegneristico, con cui redige le opere.

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Lavoro a cura di: Anna Rosa Leuzzi

 

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